Il tempo dei nostri obiettivi

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tratta da flcikr.com dall’album di “Piero Silvestri”

Ci sono dei giorni che sembrano non finire mai, eterni nel loro supplizio o per la loro bellezza. Poi ci sono i giorni in cui tutto va veloce, pomeriggi che durano un istante: quando le cose precipitano o quando sono meravigliose. Poi c’è il ricordo, la memoria, che non credo sia rivivere, ma rievocare, rinarrare. In fondo il tempo scorre alla stessa maniera, siamo noi che lo percepiamo diverso in base alla densità di ciò che ci accade.

Gli obiettivi e i loro orizzonti: breve, medio e lungo termine, – un po’ per semplificare. E’ complicato gestirli tutti e tre. Avere un solo obiettivo a lungo termine è pericoloso: non ci chiediamo nulla fino alla fine e il rischio è che le cose diventino irreversibili. Avere obeittivi solo a medio termine ci fa vivacchiare, anche se difficili da raggiungere possono funzionare, ma resta il vuoto di un progetto più grande, di un mosaico in cui inserirli. Ragionare solo sul breve termine, invece, sembra la soluzione più facile: gli obiettivi sono chiari, e non ci sono conflitti. Però saremo lasciati in balia dell’oggi senza ieri e senza domani: una vita senza memoria e senza speranza, che alla lunga ci svuoterà. Forse la soluzione, sta nell’equilibrio tra i tre, nel costruire il futuro, col domani a partire dall’oggi.

“Le cose forse stanno ingrandando?” “Non lo so, vedo ancora qualche punto di debolezza, ma… ” “se pensi a come eravamo qualche mese fa…” “Appunto, c’è ora una coscienza di gruppo, che può portarci lontano, o almeno sa che esista una qualche maniera in cui è possibile.” “si ricorda cosa ci avevano detto la prima sconfitta?” “provaci ancora…”

“…io sono quello che aveva il Mocambo, un piccolo bar…”

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