sonno, sogno

agosto 15, 2010

tratta da flickr.com dall'album di "TheAlieness GiselaGiardino"

silenzio attorno. Buio. Sotto le coperte a pensare a guardare attraverso la finestra. Senza capire cosa sia cambiato, cosa sia stato. Quella goccia che ha fatto traboccare il vaso. Con quella rassegnazione in corpo che ti fa dire “no”.  Poi pensi alla giornata, a come sia stata vuota. Ma quello è solo perchè non te la ricordi, la concettualizzi. E’ molto più intensa la vita che il passato. Waterloo, come se fossi in esilio a Sant’Elena. e poi?! poi si cerca di fuggire lontano, ma non arriveremo mai da nessuna parte.

siamo nel sogno ora. LA logica non c’entra. Solo i nostri pensieri, solo le nostre idee. Siamo noi a comandare. Così creiamo una realtà, ma affine, parallela. Un mondo uguale, tranne che per qualche legge. Come a dire: “è così, ma con una differenza”. Poi però inizi l’avventura. Chissà perchè ma i sogni mi capitano sempre in prima\terza persona. Forse li vivo con l’ottica in prima persona, ma è come se la narrazione e le scelte fossero altrui, e io sono solo uno spettatore. Poi si va avanti, fino a quel filo sottile di relatà sogno in cui rumore e luci del mondo si mischiano a rumori e suoni onirici, fine.

E ora col sole ti svegli, tutto è più chiaro. Hai capito. E’ come se un raggio di sole passasse attraverso un vetro trasparente, in realtà questo  non è così, filtra leggeremte la luce, la scurisce. Aprendo la finestra è più chiara, più serena.  Così nella vita. Questa è la chiave di tutto, un vetro attraverso cui ci passa la realtà e noi non la capiamo, noi non ce ne rendiamo conto di come la filtriamo. Ci vorrebbe qualcuno che questo vetro ce lo rompesse, il fatto è che poi fa freddo entra l’acqua e non siamo più protetti.

“…ombre dure adatte all’ora…”